Fino a qualche secolo fa fra i colli lucani esisteva un Monastero immerso tra i cespugli di macchia mediterranea, al confine di un bosco popoloso. L’edificio era abitato da monaci, che si avvicendavano con il passare degli anni, ma che assieme alla vocazione per la religione coltivavano insieme ai campagnoli una passione naturale per la pastorizia e in particolare per il formaggio .
Il cacio legato a quei pascoli erbosi e ottenuto tramite la pastorizzazione del latte nei callar , accompagnava i momenti d’ozio dei confratelli. Veniva conservato in cantine vinose che mantenevano le forme saporite al fresco e lontane dalle manine affamate dei pccininn (bambini)…